29.10.24

ISAAC di Mikael Compo (audiolibro)

 





In questa pagina trovi i link alle piattaforme
podcast per ascoltare l'audiolibro ISAAC:













Narrated by: Leo Vargeon
Mastering audio, digital graphics: Mikael Compo


25.9.24

GUIDA: Flatpak e Snap

 









Benvenuto, questa è la mia guida per l'installazione e gestione dei flatpak e snap. La guida è per tutti i sistemi operativi Ubuntu e derivate (comprese le distro derivate non ufficiali). Se troverai utile le informazioni, ricorda che l'unica maniera per aiutarmi concretamente è tramite donazioni con Paypal, se lo desideri potrai essere citato tra i miei Sostenitori.

Ad un nuovo utente Linux potrebbe mettere non poca soggezione l'utilizzo del Terminale, ma risulta la scelta migliore in alcuni casi. Il software center che hai nella tua distribuzione non è così affidabile nella gestione di questi nuovi pacchetti... per meglio dire non tutti i software center sono fatti davvero bene. Dato che prima o poi anche tu verrai contagiato dal distro-hopping vale la pena imparare qualche comando dal Terminale, così potrai gestire il software installato flatpak e snap in tutte le distribuzioni derivate da Ubuntu (compresa Ubuntu, eh!). Vedrai che con il passare del tempo i comandi li imparerai a memoria, non è nulla di troppo difficile.





INTALLAZIONE
FLATPAK E SNAP


Per prima cosa dovrai installare il supporto a flatpak, se già il tuo sistema operativo non lo ha abilitato di default, visita questa pagina flatpak.org/setup seleziona la tua distribuzione e segui la guida che ti viene proposta. Fatto! Hai installato con successo il supporto a flatpak.

Ora passiamo a snap, nel terminale copia questo comando:
sudo apt install snapd

Concluso anche con snap, riavvia il PC.




INSTALLARE
APP FLATPAK


Per trovare il software flatpak usa il sito ufficiale flathub.org è davvero ben fatto, trovi tutte le applicazioni suddivise per categoria; poi nella home page puoi esaminare le nuove app inserite e anche le applicazioni aggiornate di recente. Ecco un esempio, cerca il flatpak del browser Firefox...











... ora clicca nella freccia vicino il tasto Install, come vedi trovi il comando da copiare per installare da Terminale il flatpak di Firefox:
flatpak install flathub org.mozilla.firefox

Ti verrà chiesto se vuoi continuare nell'installazione: scrivi la lettera Y, poi premi invio. Per donare stabilità e sicurezza alla tua distribuzione ti consiglio di installare solo software con la spunta , la quale identifica che l'applicazione è verificata e certificata dal creatore della stessa. Le app senza la spunta sono create da soggetti terzi e potenzialmente potrebbero un giorno contenere codice danneggiato o malevolo.





INSTALLARE
APP SNAP


Similmente a flatpak anche le snap hanno il loro sito vetrina ufficiale è: snapcraft.io ma non è così ben organizzato, però svolge il suo lavoro. Ecco un esempio, cerca lo snap del browser Vivaldi...










... ora clicca sul tasto Install, come vedi si apre una tendina con il comando da copiare per installare da terminale lo snap di Vivaldi:
sudo snap install vivaldi

Vedrai che ti verrà chiesta la password di amministratore, poi prosegui come hai già imparato. Anche nel caso delle applicazioni snap ti consiglio di installare solo quelle con la spunta , con le stesse motivazioni che ho spiegato prima.



GESTIONE
APP FLATPAK


Elenco di tutti i flatpak: flatpak list
Elenco delle applicazioni: flatpak list --app
Elenco delle runtime: flatpak list --runtime

Ti ricordo che le runtime sono pacchetti di librerie che servono a far girare i singoli pacchetti flatpak, a seguito di disinstallazioni le runtime potrebbero rimanere orfane e in quel caso puoi rimuoverle.
Per farlo: flatpak uninstall --unused

Per rimuovere un singolo flatpak, questo è il comando: 
flatpak uninstall (ID del flatpak)








Come vedi nel caso di Firefox questo è il comando:
flatpak unistall org.mozilla.firefox

Nell'immagine gli ID delle flatpak sono elencate al centro, per visualizzare la lista trovi i comandi ad inizio di questo paragrafo. Altro comando che ti sarà utile è quello per aggiornare tutte le tue app flatpak, sarebbe una buona idea lanciarlo circa ogni settimana: flatpak update





GESTIONE
APP SNAP


Elenco di tutte le app snap: snap list

Attualmente le snap non hanno comandi avanzati come su flatpak (ecco perché le preferisco meno). Anche le snap hanno dei pacchetti di runtime che potrebbero con il tempo divenire orfani. La guida di Canonical dice che una volta avviato il comando "snap list" le runtime non utilizzate o obsolete non avranno più la spunta .
Per rimuovere una singola app snap o una singola runtime usare il comando: snap remove (nome Snap/Runtime)

Per aggiornare le snap e runtime:
snap refresh

 









28.8.24

Linux, finalmente!

 








Come vi avevo anticipato (primo link e secondo link) attendevo a giorni l'arrivo del mio nuovo portatile personalizzato ed ottimizzato per l'utilizzo anche in Sistemi Operativi (OS) basati su kernel Linux. Inizialmente ero intenzionato ad acquistare un portatile dal produttore americano System76 (il link): è un'azienda molto conosciuta in ambiente Linux, proprio nelle settimane passate c'è stato molto fermento per la presentazione di una nuova interfaccia grafica che ha intenzione di impensierire Gnome e KDE, parlo di COSMIC. Loro di System76 sono gli stessi che hanno creato nel 2017 la distro molto popolare Pop!_OS: derivata non ufficiale di Ubuntu. I loro PC in vendita sono tutti con Pop!_OS preinstallato.

Però ho cambiato idea, perché oltre al costo del portatile bisognava mettere in conto anche le spese doganali... una somma imprecisata, ma comunque rilevante fino al massimo di un 30% dell'importo. Nello stesso tempo guardavo anche lo store online di Lenovo.com/it e con stupore scoprivo che alcuni ThinkPad risultano configurabili anche con la scelte del sistema operativo. E così ho acquistato un portatile: "Lenovo ThinkPad L13 Gen 4 - 32 GB RAM - 512 GB memoria interna SSD Samsung - AMD Ryzen™ 7 PRO 7730U (da 2 GHz fino a 4,5 GHz) - scheda grafica integrata - OS: Linux Ubuntu".












L'idea che avevo condiviso anche sui social (Bluesky e Linkedin) era di piallare immediatamente Ubuntu per poi installare Pop!_OS. Appena mi è stato consegnato il portatile mi sono reso conto dell'ottima qualità costruttiva, non a caso i ThinkPad sono amatissimi dai programmatori e da chi frequenta Linux. Comunque prima di formattare, ho voluto provare per un paio di ore la versione installata di Ubuntu (24.04 LTS), ho eseguito tutti gli aggiornamenti richiesi dal sistema... ma niente, continua a non piacermi! A parte il fatto che alcuni tasti della tastiera integrata non venivano rilevati (F2 - F3 - F4) tanto che iniziavo a pensare che ci fosse un guasto nel collegamento dei tasti (così non era, meno male!).

Non mi piace l'impatto grafico che è rimasto pressoché identico dal 2011, quando venne usata l'interfaccia grafica Unity. Poi ci sarebbero anche alcune considerazioni più specifiche rispetto all'operato di Canonical che non condivido in pieno. Quindi, che fare? Parte il distro-hopping!













Con il termine distro-hopping si identifica l'utente Linux che cerca con varie installazioni la distribuzione più piacevole e performante per la propria macchina. Così preparo una chiavetta USB con la Live di Pop!_OS, avvio il PC e semplicemente con il tasto F12 dico al PC di caricare il sistema operativo salvato nella chiavetta. Parte Pop!_OS 22.04 LTS... però c'è un bel problemino: non viene rilevata correttamente la scheda video integrata AMD. Immaginate la situazione: le finestre del sistema operativo erano così grandi che non riuscivo in nessun modo a rimpicciolirle o chiuderle! Devo dire che però una cosa si era risolta: i tasti F2, F3, F4 funzionano a meraviglia. Gran bel lavoro Ubuntu, vero?

Già sento alcuni di voi che vorrebbero dirmi: "Guarda potevi risolvere così su Ubuntu e su Pop!_OS dovevi fare in questa maniera...". Sicuramente siete dalla parte del giusto, ma il mio è stato un test per comprendere fino a che punto le distribuzioni Linux sono mature e pienamente accessibili a tutti gli utenti mortali. E guardate che le caratteristiche del mio portatile sono ideali, non è un PC troppo vecchio e nemmeno con componenti troppo recenti... insomma, secondo me la distro perfetta doveva ancora essere testata.

Interrompo la live di Pop!_OS (che magari riproverò in futuro con il nuovo COSMIC in versione stabile) e ritorno su Ubuntu per preparare la live di KDE neon. All'avvio noto che le cose vanno decisamente meglio, tutto viene riconosciuto correttamente, l'interfaccia la trovo gradevole... e dai, formattiamo e installiamola direttamente nel PC. E' andato tutto bene, non posso che lodare il lavoro svolto dal team KDE, sono sempre una garanzia. Però - ammetto - che dopo poche ore voglio cambiare ancora, perché?










Nelle varie ricerche web tra i tempi morti delle installazioni e scaricamenti vari, mi torna in mente una distribuzione che aveva fatto molto parlare di se: Zorin OS. C'è chi è diventato un forte sostenitore del progetto e chi invece la distrugge senza mezzi termini, vi basta fare una ricerca su YouTube per capire di cosa parlo. Niente, io volevo provarla... perché su una cosa sono tutti d'accordo: ha una grafica notevolmente curata.

Creo ancora una chiavetta avviabile... devo decidermi in maniera definitiva: KDE neon oppure Zorin OS? Appena si avvia la distro ecco l'immagine (qua sopra) che mi si presenta. E cavoli! L'impatto è notevole, si può paragonare a tutti gli effetti alla grafica ricercata che c'è su Chrome OS e persino su Mac OS. Mi manca da comprendere se tutto gira a dovere... e sì! Funziona tutto a meraviglia.

Ho provato Zorin OS 17.1 per una giornata intera (ero in ferie) e mi sono trovato così bene che ho deciso di fare l'upgrade alla versione Pro. Un modo utile per sostenere economicamente il team di sviluppo. Ed ecco ora come si presenta il mio desktop. Linux, finalmente!







NOTA:

Le 4 distro che ho provate sono tutte delle derivate da Debian, e queste si propongono di semplificare il passaggio (senza troppe complicazioni) agli utenti di altri Sistemi Operativi. 
Pop!_OS - KDE neon - Zorin OS: sono delle derivate anche di Ubuntu, ognuna di esse ha delle importanti personalizzazioni che le rende uniche.




26.8.24

La musica elettronica ed io (seconda parte)

 





Eravamo rimasti al mio PC con la scheda madre fulminata, ma se vi siete persi la prima puntata dell'argomento ecco il link. La disavventura con il Pentium fritto da uno sbalzo di tensione elettrica mi ha insegnato che è importante eseguire periodicamente dei backup del proprio sistema, per non perdere tutto all'improvviso. Però la cosa più importante è che proprio durante la sua vita tecnologica, quel computer mi diede la possibilità di creare tanta musica.

Chiamiamola così, siate buoni, anche se con il senno di poi definirla musica è un complimento eccessivo. Attraverso un software adatto a tutti gli improvvisati dell'epoca che volevano diventare DJ, parlo di Magix Music Maker. Era un programma per Windows che diventò popolare per le sue caratteristiche immediate. Utilizzava un processo di composizione (semplificata) molto simile ai sequencer analogici, dove si lavora prevalentemete sui loop; i loop sono dei brevi spezzoni audio di vari strumenti reali o digitali.

Oggi, nel 2024, abbiamo una varietà di software per creare musica davvero impressionante, sono tanti e disponibili su tutti i Sistemi Operativi (compreso Linux), ma nei primi anni 2000 le cose erano differenti. Ovviamente ciò che producevo con tanta passione - ma senza alcuna conoscenza teorica - lo andavo a condividere immancabilmente sulla mia pagina my_space. Fu un periodo molto divertente e lo ricordo con piacere, e... no! Quei brani non esistono più da nessuna parte. Ricordate il PC? Ecco.









In anni più recenti (circa dal 2022) ho voluto rimettermi in gioco nella creazione di musica elettronica. Ho così ripreso a comporre i miei brani di musica minimal (nella struttura intendo). C'è stato un discreto interesse fra i lettori del blog - ma dato che volo basso e che non sono un professionista - ho deciso che la mia musica sarà disponibile gratuitamente. Per ora è disponibile il mio primo Album "the obsolete city", lo trovate su Bandcamp al seguente link. Chi desidera può sostenermi con una donazione direttamente dalla pagina di download oppure impostare su importo nullo. Come sempre... desidero ricevere le vostre impressioni. Grazie a tutti voi.






21.8.24

La musica elettronica ed io (prima parte)

 





Catalogare per generi netti ciò che ascolto può essere utile per rendervi più chiaro - a grandi linee - ciò che amo e continua ad influenzarmi. Appare chiaro che è comunque una semplificazione: ascolto musica elettronica sperimentale e non, dagli anni 70 del secolo scorso fino ai tempi odierni; cantautori italiani ma anche in lingua inglese e francese. Poi ascolto anche la musica classica.

L'amore per la musica mi è stata trasferita sicuramente da mio padre, ho avuto la grande fortuna di crescere in una famiglia dove l'arte (o per meglio dire la creatività) è sempre stata presente. Più la mia età anagrafica continua a crescere, più riesco ad apprezzare le scelte musicali che appassionavano (e appassionano tutt'ora) mio padre. E' così specialmente per la musica strumentale, orchestrale e classica... la predisposizione e il piacere nell'ascolto è arrivato un poco per volta.

Sono nato negli anni 80, e chi mi segue da tempo attraverso il blog può facilmente dedurre che sin da piccolo ero particolarmente fissato per tutto quello che era tecnologia informatica. Ora non ricordo l'anno preciso, ma coincideva all'arrivo del social my_space in Italia, per essere precisi al momento che diventò popolare.

In quel periodo - con i miei primi guadagni - acquistai un PC Pentium: scheda audio esterna Creative e due casse audio della Trust. Per l'epoca, niente male! Era un desktop assemblato che si è dimostrato affidabile per diversi anni, il sistema operativo era Windows XP... finché poi, uno sbalzo di tensione ha seccato la scheda madre. Meraviglioso, vero? 




"Nella prossima puntata vi racconterò la genesi della
mia musica elettronica e come scaricarla gratis"




18.8.24

Addio Chromebook, ma anche no (seconda parte)

 





Se vi siete persi la prima puntata di questo argomento ecco il link. Tra pochi giorni inizierà la mia nuova avventura nel mondo Linux e non preoccupatevi, vi aggiornerò a suo tempo sulla Distro che utilizzerò, le mie impressioni e vi svelerò anche le caratteristiche hardware della nuova macchina.

Però non dirò addio ai Chromebook... ho deciso che un portatile con Chrome OS mi potrà ritornare utile in alcune occasioni: videoconferenze familiari, fruizione video come secondo schermo, da utilizzare in ferie. In pratica sarà un PC alternativo al principale, ma con una sua dignità.

Nei confronti dialettici con altri appassionati del mondo open source - devo ammettere - che spesso ne esco con una posizione più sfumata e non ideologica (passatemi il termine). Anche io come tutti gli appassionati di informatica ho letto i libri dei fondatori del software libero, ho compreso la filosofia con tutte le implicazioni pratiche e teoriche che molti utilizzatori di Linux prendono molto a cuore. Parlo di argomenti in merito all'ecologia, nel senso di utilizzare dispositivi per molti più anni rispetto Windows e MacOS; o anche della condivisione gratuita all'interno di gruppi del codice sorgente di software e kernel, in modo che poi le comunità di informatici possano contribuire attivamente. Sono tutti aspetti molto belli e mi mi verrebbe da dire: positivi e edificanti. Ma devo confessare una cosa, io non ho abbandonato Windows per tali motivi. Ho abbandonato l'OS di Microsoft perché lo reputo uno strazio e non vale assolutamente il costo della licenza. Per mia grande sfortuna, continuo ad utilizzare Windows sul posto di lavoro ed è una lotta continua!

Le ragione principale che mi ha riportato ora nuovamente a Linux è la consapevolezza che qui ci saranno continue innovazioni e potrò avere la possibilità di personalizzare l'esperienza utente in tutti i dettagli, scusate se è poco. Dicevo che d'altra parte il tempo che ho passato con Chrome OS mi è stato utile... ecco perché ci saranno due aspetti che porterò anche nella mia nuova Distro su Linux.

L'approccio al cloud che ho utilizzato in questi anni sui Chromebook l'ho sempre trovato innovativo e molto pratico. Fondamentalmente il dispositivo fisico di utilizzo ha importanza fino ad un certo punto, se per ipotesi in questo momento il portatile passasse a miglior vita (digitale) non accuserei nessuna difficoltà. Perdita di dati salvati sull'hard disk e problematiche connesse sono una preoccupazione in meno... dato che è tutto salvato anche in cloud, criptato e con accesso protetto. E' una grande comodità avere accesso a tutto il vostro hard disk in cloud: dal PC, smartphone, tablet, ecc...









Altra funzione che porterò su Linux è l'utilizzo delle web app. Secondo diversi sviluppatori le web app saranno la nuova frontiera dei software nei vari Sistemi Operativi (tutti nessuno escluso). Vi basta eseguire un breve test, nei vostri dispositivi mobili: se ci guardate vi renderete conto che già ora utilizzate delle App che in realtà non lo sono... sono in effetti dei collegamenti (un po' più avanzati) al browser Google. Questo approccio partì da Google, perché risultava fondamentale ideare soluzioni adatte in contemporanea sia su Android che su Chrome OS. Le web app non necessitano di grandi performance hardware e sono tecnicamente trasversali ad ogni dispositivo che possiede un browser. Quindi anche se utilizzerò in prevalenza (su Linux) i software in formato flatpak, continuerò a seguire anche gli sviluppi delle web app.

In conclusione - dopo un lungo periodo di disintossicazione da Windows, almeno a casa - ho ben chiaro in mente come dovrà essere il mio Sistema Operativo. Linux mi permetterà di portare l'esperienza utente ad un gradino superiore, ogni dettaglio potrò personalizzarlo a mio piacimento, portando con me ciò che mi piaceva da Chrome OS. E badate bene, non è in nessun modo una soluzione ripiego, è passata l'epoca digitale di "Linux è per i PC lenti e obsoleti!". Anzi devo dirvi che Linux attualmente cerca di ritagliarsi un posto in prima fila tra Windows e MacOS. Ne riparleremo, promesso.










15.8.24

Addio Chromebook, ma anche no (prima parte)

 





Sono 14 anni che ho abbandonato totalmente Windows nei PC di casa. Migrai quindi su altri Sistemi Operativi (OS) basati su kernel Linux. Per qualche tempo (circa tre anni) mi trovai discretamente bene, purtroppo per me non riuscivo a risolvere singole problematiche: installazioni di driver da aggiornare o ancora peggio conflitti tra librerie di software. Il periodo in questione era 2012-2015 e effettivamente le documentazioni disponibili e anche il numero di appassionati di questi nuovi OS non erano così numerosi come oggigiorno.

Abbandonai Linux con un arrivederci, perché non fu una brutta esperienza, mi rendevo conto che era troppo presto (o io non ero abbastanza bravo per sfruttarlo al meglio). Fu così che mi avvicinai a Chrome OS. E' cosa nota che molti dei progetti Google anche se risultanti closed source a loro volta si basano su progetti open source. Google è finanziatore da anni del Linux Foundation che tra le altre cose sviluppa il kernel Linux. I più maliziosi diranno che è un interesse prettamente commerciale (quello di Google), può essere, ciò non toglie che anche il progetto come il sistema operativo Chrome OS ha dato in una certa misura un impatto positivo a tutto il mondo Linux.

Ho utilizzato i Chromebook come portatili predefiniti dal 2015, e come esperienza utente non posso che continuare a pensare tutto il bene possibile. Per chi cerca un portatile di qualità costruttiva e di assoluta longevità i Chromebook sono una soluzione valida. Certamente, ci sono delle limitazioni (date dalla bassa potenza di elaborazione) paragonati a Windows, MacOS o Linux... ma per tanti utenti non serve altro, fidatevi.










Nel periodo che ho utilizzato Chrome OS (fino ad oggi) ho comunque seguito con molta attenzione lo sviluppo dei sistemi operativi Linux, perché la mia convinzione era che la maggioranza delle innovazioni sarebbero arrivate da lì, e infatti così è stato. Poi ad un certo punto anche Google ha deciso di inserire all'interno dei Chromebook una macchina virtuale per far girare Linux. E' Debian 12 Bookworm da Terminale, senza interfaccia grafica. Così ho avuto la possibilità di utilizzare tanti software Linux direttamente su Chromebook... in che formato? In flatpak l'unico e inimitabile.

E' da circa un paio di anni che flatpak riscuote sempre più successo, è stato merito anche dell'ottimo lavoro del team di Flathub il portale online dove trovare le App disponibili. A mio modo di vedere, questa era una delle cose che mancava a Linux! I software flatpak sono elaborati all'interno di sandbox virtuali, nel pacchetto di installazione il programma contiene anche tutte le librerie che servono al funzionamento (in gergo flatpak le librerie si chiamano runtime). Così, addio ai conflitti fra librerie condivise, come poteva accadere con i pacchetti software .deb.

Sono sempre più numerosi gli utenti Linux che hanno deciso di utilizzare esclusivamente (o quasi) software flatpak nei loro sistemi. Unico rovescio della medaglia: servono PC con buone prestazioni perché i flatpak sono più pesanti rispetto ad altre soluzioni. Comunque lo trovo un problema non problema, basta acquistare un PC di fascia media è tutto sarà perfetto.

Per abbandonare i Chromebook però c'era ancora una cosa che mi mancava. Secondo me Linux doveva diventare un po' più popolare, popolare fino al punto che qualche grande produttore potesse dedicare una linea di dispositivi ideati e ottimizzati per Linux. In realtà in USA è una decina di anni che ciò avviene senza grandi problemi... ma in Italia le cose non erano così progredite. Finalmente in questo 2024 ho avvistato dei Lenovo ThinkPad con Linux preinstallato (tastiera italiana). Ecco, non avevo più scuse, dovevo ritornare al Pinguino!



"Nella prossima puntata vi racconterò cosa mi porterò dietro (su Linux) dall'esperienza con Chrome OS"




6.8.24

Solo per me (Cecilia Rossini)


© TOUGS




SOLO PER ME


Silenzio magico  
di una fresca mattina d'estate: 
lo sguardo al verde, 
il gorgogliare mesto e ubbidiente  
della caffettiera, 
lo scricchiolio familiare 
della carta, 
pagina dopo pagina, 
come foglie che cadono al suolo. 
Sono attimi, riti usuali, 
piccoli doni  
tra la pelle e il cuore.


- Cecilia Rossini -




5.8.24

I ceppi (Emma Peliciardi)

 

© VOIGTF64






I CEPPI



E' arrivato l'attrezzo
che spacca la legna
sembra un bassotto
tuf stuf tuf stuf
pompa il vecchio Landini;
entra nei ceppi intrisi di terra
agguanta molli radici sfuggenti
vissute nel buio: brucando la terra.
Ora son fuori nude all'aperto
che pena!
Ma ecco per l'aria si spande
un odore di resina fresca
di muschio, segatura, di tane di grilli;
del sempre.
Quell'odore s'innalza, entra per casa
pare d'intorno risorta abetaia.
Fra le braccia ho serrato
quelle fibre rosate
onde intatte, sconvolte
da lama segate.
Scendi ora notte
oscura quei legni, quelle vene sbiancate
che nessuno ha toccato,
or mostrate alla gogna.
Va per il bosco un fioco brusire
di cratere in cratere
che il piccone ha scavato.


- Emma Peliciardi - 




18.7.24

Bufali della sera (Matteo Parenti)

 

© TOUGS





BUFALI DELLA SERA



Nell'angolo
di memorie ramificate
e di verdeggianti pensieri,
con l'apparenza del sogno
e la musica della reminiscenza;
c'è un tramonto di porpora
su colline ritagliate nel cupo.
E tra i verdi alberi scendono muggiti
di non visti
bufali della sera.


- Matteo Parenti - 



17.7.24

Fuori dal protocollo (Carlo Flamigni)


© DOUG HOLLAWAY






FUORI DAL PROTOCOLLO



Adesso, che tutto è finito

forse puoi dirmelo.

Adesso, che l’odio

non ha più alcun senso.

Non credi che dovresti spiegarmi

se veramente mi hai scelto

tra tanti,

e allora voglio sapere perché

o se questa è la prassi

il protocollo?

Era così semplice

seguire lo schema di sempre,

se esiste uno schema.

Quello che tu e i tuoi padroni

- così si dice -

chiamate protocollo:

un tocco lieve sulla spalla,

un sussurro

“la strada finisce qui”.

Che avrei potuto dire?

Me, come gli altri…

Invece, devi avermi visto

quando sono uscito di casa

se mi hai scelto

“mi hai scelto?”.



Deve essere stato allora,

ricordo

che ascoltavo la voce di mia moglie

che cantava.

Mia moglie canta sempre quando lavora,

e guardavo il tramonto.

Che male c’è, a guardare il tramonto?

Guardavo

scomparire lentamente gli alberi:

la luce e il buio

che si rincorrevano…

certo, non volevo rientrare

non subito almeno.

Era così calda la voce di mia moglie

così familiare il tramonto…

ed ero così contento di essere vivo.

Poi, quando lei ha smesso

ho pensato - strano - ho pensato:

“Lei non fa mai così,

lei smette solo quando mi sente rientrare…”.

E’ stato allora che ho capito,

e quando mi sono girato

ero già livido di rabbia,

perché sapevo.

Non c’era nessuna casa dietro di me

nessuna donna che cantava

nessun tramonto;

solo buio.



E poi c’eri tu

che mi guardavi senza compassione,

se solo sapessi quanto ti ho odiato…

Adesso

che tutto è finito.

Oggi

che non c’è più ragione per l’odio.

Oggi, forse me lo dirai

- perché non mi piace venire con te -

senza avere almeno una certezza:

è forse questo il protocollo?



- Carlo Flamigni -